Vogliono chiudere il pronto soccorso di Alba

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“Protestare per il nuovo ospedale di Verduno?”, “Mah, ormai è fatta”: sono, ormai da mesi, botta e risposta sulla bocca degli albesi, dei braidesi, e di chi vive i territori limitrofi. Dietro a queste parole, però, c’è frustrazione e rabbia. ‘Frustrazione’ perché i milioni di euro spesi – soldi pubblici – potevano servire per migliorare i servizi dei due ospedali o per realizzare altri progetti (scuole, case popolari, strade, parchi). E ‘rabbia’, perché ora ci si ritrova con un ospedale, costruito in mezzo a una collina, lontano da Alba e da Bra, scomodo e non connesso adeguatamente in termini di infrastrutture e servizi di trasporto pubblico/privato. In poche parole, con una cattedrale nel deserto. Per non parlare, poi, dell’impatto ecologico devastante sull’habitat che – va ricordato – è stato riconosciuto parte del patrimonio Unesco.

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Oggi, quindi, non vogliamo parlare di sperpero delle risorse pubbliche; non vogliamo porre l’attenzione sull’impatto che il nuovo ospedale ha avuto e avrà sull’ecosistema; non vogliamo neppure ragionare intorno alla realizzazione di un progetto tanto faraonico quanto assurdo. No, perché i cittadini hanno capito bene come funziona questa ‘grande opera’, come ogni ‘grande opera’ d’altronde: in pochi, politici e non, decidono le sorti di una comunità; i soldi, di tutti, vengono usati per un progetto inutile, se non persino dannoso; le ricadute, sul territorio, sono complessivamente negative, in termini di accesso ai servizi, di spesa pubblica, ma anche di ricchezza che va, in pratica, tutta alle ditte costruttrici.
Oggi, è importante, invece, comprendere cosa sta succedendo e cosa avverrà a breve. Partiamo col dire che per proteggere gli interessi dei pochi che hanno voluto l’ospedale si è giunti, persino, a imporre il silenzio tra i dipendenti delle asl. Ovviamente, la richiesta, visto il contesto, suona come una minaccia vera e propria. Ecco perché non se ne parla. E andiamo, allora, al presente. Perché si stanno comportando in questo modo? Cosa non ci stanno dicendo? La risposta è facile: a breve, appena aprirà il nuovo ospedale di Verduno, non ci sarà più il pronto soccorso ad Alba. Vuol dire che bisognerà, per qualsiasi tipologia di emergenza, arrivare fino a Verduno, dalla colica all’infarto, dalla patologia dei bambini a quella degli anziani. Questo è assurdo!
Qualcosa, forse, può essere ancora fatto se tutti insieme chiediamo che un presidio ospedaliero, almeno per le emergenze, rimanga ad Alba. Questa non è una questione politica, riguarda tutti! Vi chiediamo, albesi, di condividere questo post, di renderlo virale sulla rete. Vi chiediamo di mettere in pratica un atto di resistenza, di dire no a chi decide per noi tutti senza neppure chiederci un parere. Riprendiamoci ciò che è nostro, otteniamo che il pronto soccorso rimanga ad Alba!